Orecchini a lobo Regina Elisabetta II Keepsake

La capsule collection Keepsake nasce per celebrare gli istanti preziosi, quelli che non possiamo permetterci di perdere e vogliamo tenere sempre vicino al cuore.

Keepsake significa ricordo, memoria, piccolo souvenir: un regalo donato per ricordare in modo indelebile una persona speciale, un luogo, un'occasione.

Per proteggere i giorni e i ricordi che verranno. Ne abbiamo bisogno tutti, specialmente ora.

In tempi di difficoltà o di dubbio, cerchiamo un portafortuna: qualcosa che possa far sperare in giorni migliori.

Si pensa che anche i rituali possano influenzare la fortuna. In Inghilterra ad esempio, alcuni pronunciano la parola “coniglio” il primo giorno di ogni mese non appena svegli.

Un talismano può essere anche un ricordo tangibile di una cultura conosciuta, di un viaggio sognato, prima, durante e molto dopo che è stato vissuto.

Ho scelto i camei in madreperla dai mille riflessi cangianti, rari e inaspettati come i ricordi, uniti all’acciaio inossidabile forte e resistente come la memoria e ai cristalli Swarovski, lucenti e preziosi, per dare vita ad amuleti unici da indossare ogni giorno.

Gli orecchini a lobo sono realizzati in acciaio inossidabile color oro rosa e hanno incisa l'effige della Regina Elisabetta, come su una vera moneta.

La Regina Elisabetta II è simbolo di dedizione, forza e lungimiranza. 
Il suo amuleto celebra il ricordo di una donna che va oltre la storia, rimanendo eternamente sigillo di una vita dedicata all'amore in tutte le sue forme, anche quelle meno comuni.

Diam. 1,1 cm.

“Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte.” WILLIAM SHAKESPEARE

“Vorrei che tu venissi da me in una sera d'inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo.” DINO BUZZATI

“Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi.” CESARE PAVESE